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Laboratorio sul post colonialismo

Il secondo laboratorio condotto da Michela Veronesi si sviluppa in due parti:

-   una breve introduzione storica in cui, su una linea del tempo e con materiali visivi, si fissano alcuni passaggi chiave della storia moderna e contemporanea
-   un’analisi in forma dialogata dei principali stereotipi della mentalità coloniale


L'incontro si svolgerà in presenza presso i locali di Hello Tomorrow, via Sant’Ottavio 53, 10124 Torino dalle 18 alle 20 di giovedì 15 febbraio 2024.

L'incontro è gratuito ma i posti limitati e la prenotazione obbligatoria: potete iscrivervi inviandoci una email.

Perché a Torino ci sono piazza Bengasi e piazza Massaua? E chi era quel generale Baldissera che da qualche anno rappresenta un passaggio della viabilità torinese difficile da attraversare? E chi sono Toselli, Arimondi, Galliano, Cagni, Gaetano Giardino, Francesco Azzi? E cosa ci fanno in corso Belgio dei tombini che l’incisione in arabo attribuisce al comune di Tripoli? Sapevate che nel parco del Valentino venne allestito, in occasione dell’Esposizione italiana del 1884, uno “zoo umano”? E che nel 2012 ad Affile, nel Lazio, è stato eretto un monumento a Rodolfo Graziani con le risorse finanziarie di un bando europeo? L’elenco potrebbe essere molto lungo, e potrebbe passare dalle nostre stesse cantine e soffitte dove qualcuno, prima di noi, potrebbe aver accatastato fotografie, statuette, mobili...

Eppure, la storia del colonialismo italiano non è molto conosciuta. Spesso si pensa al colonialismo come a un fenomeno del passato, qualcosa di vecchio e superato che non ci riguarda.

Su questo tema si stratificano stereotipi, pregiudizi, informazioni false o parziali che hanno contribuito a fissare nell’opinione pubblica una visione errata, spesso razzista, o perlomeno qualunquista, dell’Africa e più in generale dei paesi più a sud dell’Italia. Non a caso molti studiosi come Alessandro Leogrande hanno collegato il colonialismo italiano con i movimenti migratori contemporanei verso l’Italia. Riflettere quindi sul passato coloniale è un esercizio necessario per ricalibrare il nostro immaginario depurandolo dagli stereotipi in cui siamo stati educati, ed è importante per contribuire a diffondere nella cultura quell’idea di pace e di equità che è l’unica via per costruire un mondo più giusto.

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